martedì 6 marzo 2012

MACEDONIA: La Merkel e altri nomi che la Grecia non ama

Pubblicato su East Journal, 21 febbraio 2012

Angela Merkel si comporta sempre più come il presidente in carica, in Europa: nel bene e nel male, è lei che striglia i greci, minaccia i serbi, e sostiene i macedoni. Barroso, Van Rompoy, Ashton e Fuele possono prendersi un po’ di riposo, ci pensa Angie.
E se il macedone eponimo, Alessandro, era riuscito a risolvere il nodo di Gordio tagliandolo in due con la spada, riuscirà Angela Magna a fare lo stesso con la questione geopolitica più incomprensibile d’Europa, l’ostilità dei greci a non voler riconoscere uno stato che abbia lo stesso nome di una loro regione? (un po’ come se il Re del Belgio si fosse opposto all’indipendenza del Lussemburgo col pretesto che pure una provincia belga si chiamava già così, ohibò!).
Angela Merkel ha incontrato il presidente macedone, Nikola Gruevski, a Berlino il 14 febbraio. La questione principale sul tappeto – la volontà macedone di entrare nella Nato, e il veto greco.
“La Macedonia deve continuare il dialogo con la Grecia sulla questione del nome, per diventare un membro della NATO”, ha sottolineato la Merkel. “Le regole sono chiare – senza dubbio la Corte Internazionale di Giustizia è arrivata ad un verdetto che è un successo per il governo macedone. Personalmente credo che l’adesione alla Nato sia cruciale; la questione del nome deve essere risolta, ecco perché io continuerei risolutamente a negoziare con la Grecia per cercare una soluzione. Nell’Unione Europea siamo tutti abituati a trovare compromessi, altrimenti l’UE non sopravvivrebbe.”
Insomma, il messaggio è che la Germania sostiene l’adesione della Macedonia alla Nato, e la Grecia farebbe bene a tenerne conto; dall’altra parte, anche la Macedonia non può pensare che la crisi attuale della Grecia risolva tutti i problemi geopolitici del paese da sola, ma deve negoziare per un compromesso.
Accetteranno mai i greci un compromesso sulla questione del nome della Macedonia proprio ora che sono infilati, sembra senza scampo, nella crisi economica e sociale? Da una parte, problemi più scottanti a impegnare l’opinione pubblica ellenica potrebbero dare ai negoziatori di Atene un maggior margine di manovra; dall’altra, sentendosi sotto pressione tedesca su più fronte, potrebbe essere salutare per il governo greco dare un sollievo simbolico all’opinione pubblica con un secco rifiuto sulla questione del nome, per indorare la pillola dell’austerity.

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